Arrivati al giro di boa della stagione di Serie C, proponiamo una “extended version” dell’intervista pubblicata su “La Provincia” al nostro allenatore e DT Rutigliano Donato e al capitano Mancarella Francesca.

Facciamo un bilancio di questa prima parte di stagione
«Beh, non potevamo sperare di meglio, dalle giovanili alla prima squadra» commenta coach Rutigliano. «Se penso al gruppo di Serie C abbiamo mantenuto la parola data: tutti stanno dando “qualcosa in più”. Non ci si accontenta mai anche se questo significa dover rimanere mezz’ora in più in palestra. Una palla in più recuperata a volte significa vincere o perdere una partita». Gli fa eco Mancarella: «Nonostante un avvio “con il freno a mano tirato”, dove siamo riuscite a portare a casa i risultati anche contro squadre forti, ma mai esprimendo a pieno il nostro gioco, dopo la partita contro Galbiate è arrivata la svolta. L’anno scorso era stata l’unica squadra che non eravamo mai riuscite a battere. La vittoria contro di loro ci ha dato la giusta carica per impostare la marcia che volevamo nell’esprimere il nostro gioco».

 

Secondo voi cosa ha funzionato nel gruppo squadra e cosa c’è ancora da migliorare
«Siamo state brave a mantenere sempre alta la concentrazione in tutte le partite, riuscendo a superare i momenti di difficoltà con maturità e determinazione» prosegue il capitano. «Come dice il nostro coach, dobbiamo credere nei nostri mezzi e fidarci delle sue indicazioni per poter fare sempre meglio». Ribatte sullo stesso tema coach Rutigliano: «Cosa ha funzionato? Fiducia… tra me e loro ma soprattutto tra di loro, questo ci da forza per combattere. So benissimo che a volte non basta, ma finora ci ha dato quell’equilibrio in più che ci ha fatto superare squadre potenzialmente più “costruite” di noi. Si deve sempre migliorare, non c’è un punto preciso, sappiamo di non essere ancora al massimo livello possibile, sappiamo che gli avversari saranno ancora più forti e organizzati, ma ne siamo consapevoli e questo non ci fa più paura… non abbiamo più paura di perdere ma soprattutto di vincere».

 

L’obiettivo playoff di inizio stagione sembra ad oggi un obiettivo che vi sta forse stretti, perché ad oggi dimostrate di valere di più, non credete?
«Difficile rispondere per uno scaramantico come me…» sottolinea a mani sotto il tavolo il mister «ma l’obiettivo rimangono ancora i playoff anche perché è un risultato che ci costringe a puntare a rimanere in cima. Se poi saremo ancora più bravi, vorrà dire che ci troveremo in vetta, ma voglio che l’attenzione rimanga a preparare una partita alla volta senza distinzione di avversario o posizione». Anche Mancarella torna sull’argomento: «L’obiettivo primo posto dipende solamente da noi. Fino ad ora abbiamo dimostrato di poter stare nella parte alta della classifica, ma solamente con il continuo allenamento e la giusta mentalità si può mantenere questa prima posizione».

 

Finire il girone di andata da capolista è sicuramente un ottimo risultato. Come vivete tu e lo spogliatoio in generale questo primo posto?
«Siamo molto contente e a tratti anche incredule di questa prima parte di stagione» sottolinea Mancarella. «Ma essendo anche molto scaramantiche (c’è chi, prima di un match, indossa sempre prima la calza sinistra poi la destra) rimaniamo con i piedi per terra, consapevoli di quanta strada ancora dobbiamo percorrere».
«In realtà non abbiamo nemmeno “festeggiato” e nessuno lo ha detto veramente ad alta voce» risponde Rutigliano. «Non per arroganza ma per una diffusa scaramanzia… non hai idea dei rituali magici che queste ragazze hanno! Io ho rischiato di non poter mettere più un certo tipo di scarpe, un dirigente non può più mettere “quella felpa”… ci siamo ritrovati lì un passo alla volta e quasi non ce ne siamo accorti. Questo intendevo prima, un passo alla volta!».

 

Dallo scorso anno, nonostante il gruppo squadra sia rimasto per la maggior parte lo stesso, qualcosa è cambiato. Le ragazze sono più consapevoli della loro “forza”. Secondo te cosa ha fatto fare questa “svolta”? «La consapevolezza di essere una squadra e non solo un gruppo “storico”… » sottolinea il mister. «Che se un attacco viene murato, o una difesa viene mancata, se un avversario tira più forte o difende di più, non è sempre colpa nostra o della compagna, c’è sempre un avversario che è a volte più pronto di te a vincere. Consapevolezza del sacrificio di tutti, e anche dei propri limiti, così da poter trovare un modo per gestirli e superarli, ma insieme, non da soli». Il capitanosottolinea invece l’importanza dei nuovi arrivi: «Dopo due anni in serie C era fisiologico sognare “qualcosina in più”. I pochi nuovi innesti di quest’anno sono il tassello che mancava alla nostra squadra. Da parte delle “veterane” c’è stato un cambio di mentalità, un cambio nell’approccio alle partite, siamo sicuramente più consapevoli delle nostre capacità».

 

Mancarella, quale è la cosa che, da capitano, ti rende più orgogliosa di questa squadra?
«Indubbiamente il gruppo che si è creato e l’importanza del gruppo stesso. Ogni volta che si mette piede in campo è inspiegabile il mix di adrenalina, energia, gioia e risate che si sprigionano, ed è ancora più bello se tutto questo è condiviso con persone che lottano per lo stesso obiettivo. Tutti sono fondamentali: dall’allenatore, al preparatore, allo staff, ai dirigenti, passando poi dalle ragazze titolari fino alle compagne che giocano meno, perché è soprattutto grazie a loro se l’allenamento svolto in palestra dà i suoi frutti in campo».

Coach, ci sono stati dei momenti anche di difficoltà durante il girone di andata. Quale è secondo te la soluzione per affrontare questi momenti di down ed uscirne più consapevoli di prima?
«Sarò monotono ma torno a dire che senza fiducia, non si va da nessuna parte… ovvio che tecnica e tattica sono fondamentali, ma per me non bastano. Devono credere in sé stesse e soprattutto in me, altrimenti si va in cerca di alibi e strane soluzioni o “pareri” che corrodono tutto. Poi il merito di tutto va ovviamente a loro, a tutte le ragazze e ovviamente a tutto lo staff, senza il quale non esisterebbe nulla. Devo ringraziare Francesca… come capitano riesce sempre a dare il giusto equilibrio. A volte perde le staffe anche lei, ma è una spalla che reputo fondamentale, soprattutto ora per il proseguimento del campionato».