Una notizia che nessun cermenatese avrebbe mai voluto ascoltare. Il paese piange la scomparsa di Sergio Mazza, uno dei suoi simboli, figura poliedrica e vibrante, un’icona indiscussa nel tessuto sociale della comunità.
Classe 58, la vita di Sergio è stata caratterizzata dalla sua presenza costante all’interno del mondo associativo, sportivo e sociale. Allenatore e dirigente della Virtus Pallavolo, ha potuto dare il suo contributo anche all’interno della Virtus Pallacanestro, società a cui era così affezionato da non perdersi mai una partita. Era un grande cultore di musica, un vero e proprio artista, un personaggio eclettico e atipico.
Volontario dell’associazione Castelnuovo, grande amico del Corpo musicale Puccini, molto attivo all’interno delle iniziative dell’oratorio. Alcune generazioni lo ricordano come il Babbo Natale che portava i regali ai più piccoli.
Sono numerose le persone che lo hanno voluto ricordare e che hanno voluto condividere qualche testimonianza. Come il presidente della Virtus Pallavolo, Gianfranco Ruiu, che lo ricorda così: «Al di là che fosse un amico personale, è stato uno storico allenatore e dirigente della Virtus Pallavolo. Sergio è sempre stato una presenza importante per noi, per le sue qualità e per la sua umanità. Aveva una capacità di relazioni con le persone molto semplice e diretta. Era una persona che ti dava il cuore e che in qualche modo ti lasciava il segno. Era capace di relazionarsi con le nostre ragazze, le quali vedevano in lui una figura protettiva. Io lo ricordo così, come un amico, una persona alla quale potevi chiedere qualsiasi favore». E precisa: «Cercava di essere sempre disponibile. Difficile trovare persone di questo tipo. Aveva una passione molto grande e questo gli ha permesso di essere nel cuore di tutte le persone che collaboravano con lui. A lui piaceva molto la vita di volontariato. Era inserito all’interno di molte associazioni, perché gli piaceva darsi da fare ed essere presente. In alcuni casi poteva sembrare leggermente burbero, ma aveva una
Diversi gli aneddoti su di lui che forniscono un ritratto della persona che era: «Una volta stavamo tornando da una partita che abbiamo giocato dalle parti di Inverigo – racconta Ruiu – Eravamo all’interno di un pulmino, fermo a un semaforo. A guidare era proprio Sergio che, impaziente, ha avuto la buona idea di passare con il giallo. Peccato che dall’altra parte ci fossero i Carabinieri. Tutte le ragazze hanno supplicato gli agenti di non fare la multa e alla fine ci hanno lasciati andare. Questo è uno dei tanti ricordi della persona distintiva che era».
A fornirci un’ulteriore testimonianza Andrea Faverio, presidente dell’associazione Castelnuovo: «Lo conosco da oltre vent’anni ed ero molto legato a lui non solo per l’attività all’interno dell’associazione, ma anche per l’amicizia personale. Faceva parte di tante realtà associative e partecipava a tutti gli eventi sociali. Sergio era voluto bene davvero da tutti e non c’è un cermenatese che non lo conoscesse. È proprio un simbolo, una colonna portante della nostra comunità. Ha fatto una vita piena ma anche libera. Era un personaggio atipico e simpatico. Il suo calendario era molto pieno ed era legato alla comunità. Gli piaceva molto leggere ed era molto acculturato, nonostante non avesse ultimato gli studi. Aveva sempre la battuta pronta e non si stancava mai a regalare sorrisi».