Il peggio sembra essere alle spalle ma di certo il cammino che ancora resta da compiere non si presenta facile né breve. Dopo mesi difficili in cui le regole della vita quotidiana e, di conseguenza dello sport, sono state in pratica dettate dal Covid-19, ognuno di noi sta lentamente riprendendo in mano le proprie giornate, le proprie attività, i propri hobby e le proprie passioni. Anche la pallavolo, dopo mesi in cui le case di ciascuno si erano trasformate in improvvisate palestre, pur tra mille limitazioni sta lentamente riconquistando i palcoscenici tradizionali. Certo, i danni provocati dal virus sono andati ben oltre! Il Covid-19 si è preso molte vite, ha costretto molte persone a lottare per la propria sopravvivenza, altre a quarantene perché contagiate.

«Ed a tutti loro va il primo pensiero in questo cammino verso il recupero della normalità – sono le prime parole di Piero Cezza, Presidente del CRL – Così come a medici, infermieri e volontari che sono stati, sono e saranno ancora i veri eroi grazie ai quali oggi possiamo iniziare il nostro cammino verso il ritorno alla normalità».

Un cammino che ha iniziato anche la pallavolo.
«A dire il vero la pallavolo lo aveva iniziato già anche durante il lockdown. Una volta realizzato che sarebbe stato impossibile riprendere la stagione a qualsiasi livello, sono arrivati subito i provvedimenti di chiusura dei campionati senza assegnazione degli scudetti, senza promozioni né retrocessioni e con le classifiche stilate, secondo regolamento, per avere le graduatorie in caso si rendano necessarie integrazioni nei vari campionati».

Ecco il primo tasto dolente. Le integrazioni diventerebbero necessarie poiché, causa Covid potrebbero esserci Società in difficoltà economica.
«Purtroppo è un aspetto da tenere in considerazione. La Fipav si è subito attivata, per quanto in suo potere, programmando interventi sui costi di affiliazione, iscrizione ai campionati e tesseramento atleti per un valore totale di ben 4.675.389. Inoltre, è stato stabilito che tutta l’attività giovanile per la stagione 2020/2021 sarà gratuita».

Proprio per l’attività giovanile, cambieranno gli anni di riferimento che diventeranno i “dispari”.
«Nella prossima stagione saranno disputati Under 13, 15, 17 e 19 con la possibilità, per i Comitati Periferici, di ampliare l’attività con i campionati Under 14, 20 e 21 maschili e femminili che si concluderanno con la fase regionale».

Anche per i campionati di serie sono previste novità.
«A livello regionale i gironi non saranno più da 14 squadre ciascuno ma da 10-12. Una scelta fatta per ridurre ulteriormente i contributi gara, i costi delle trasferte e, con meno gare casalinghe, anche quelli per l’utilizzo del proprio impianto. Inoltre, la riduzione del numero di squadre per girone si rende necessaria per accorciare la durata dei campionati in quanto ad oggi non è possibile stabilire la data d’inizio ufficiale delle competizioni».

Le palestre sono l’altro argomento più̀ che delicato. La maggior parte delle nostre Società gioca in strutture scolastiche…
«Questo E’ il VERO problema. Premesso che la speranza è che la situazione continui a migliorare come sta facendo nelle ultime settimane, allo stato attuale è scontato che la convivenza tra lezioni scolastiche e attività delle Società non sarà per niente facile».

Entriamo maggiormente nello specifico.
«Ad oggi la scuola non ha ancora un protocollo ufficiale in vista del prossimo anno. Quindi è ovvio che, nemmeno in ambito scolastico, si sappia di chi sarà la responsabilità nel far rispettare le prescrizioni anti Covid-19. Inutile aggiungere come, perdurando questa situazione, per le scuole sia impossibile raggiungere accordi con entità “esterne” quali sono le Società sportive che usufruiscono della palestra».

Anche a livello di costi non sarà comunque facile.
«Sarà necessario sensibilizzare i gestori delle palestre e capire come dividere i costi di sanificazione delle palestre. Ma anche in questo caso, non potendo conoscere a quale livello sarà la situazione della pandemia, non possiamo fare altro che preparare diversi piani di intervento che ritengo inutile approfondire adesso».

Tornando invece “in campo”, questo lunghissimo stop che influenza potrebbe sul fattore tecnico?
«Abbiamo vissuto una pausa di una lunghezza mai sperimentata. Credo però che possa influire non tanto sul livello tecnico quanto su quello fisico. Però è sicuro che ci sarà tutto il tempo necessario per ritrovare la giusta condizione prima dell’inizio della stagione 2020/2021».

In conclusione, possiamo guardare all’anno prossimo almeno con un po’ di ottimismo?
«Direi proprio di sì anche se non possiamo aspettarci che tutto torni immediatamente come prima che scoppiasse la pandemia. Con il tempo però sono convinto che la pallavolo potrà anche essere migliore perché anche in questa situazione ha dimostrato di essere davvero una grande famiglia in cui magari ci sono divergenze di vedute ma nella quale il confronto porta sempre a remare tutti nella stessa direzione».

 

Fonte: Tutto Volley Lombardia – Anno 24, numero 27 – Venerdì 19 giugno 2020